disturbi depressivi

Il termine "depressione" viene comunemente usato per indicare una varietà di condizioni con differenti livelli di sofferenza, compresi periodi in cui ci si sente più o meno tristi, demotivati o giù di corda che, però, non incidono in modo rilevante sulla vita della persona e non hanno le caratteristiche di veri e propri disturbi depressivi. La tristezza non è di per sé patologica, anzi è un'emozione universale e una componente inevitabile della condiziona umana. Proviamo tristezza quando viviamo un'esperienza di perdita: può trattarsi della perdita di una persona (ad esempio, un lutto, la fine di una storia d'amore, l'allontanamento di un famigliare o di un amico) o del mancato raggiungimento di un obiettivo (ad esempio, non avere superato un esame o ottenuto un nuovo incarico). La tristezza ha una sua funzione: incoraggia a riflettere su se stessi per elaborare nuove strategie, nuovi scopi e un nuovo approccio alla realtà. Numerosi studi hanno dimostrato che aiuta anche a pensare in modo più accurato e dettagliato.

L'emozione di tristezza rappresenta un problema solo se si manifesta con intensità, frequenza e durata tali da compromettere la qualità della vita della persona, sfociando in uno stato depressivo. Quest'ultimo è caratterizzato dalla ruminazione: uno stile di pensiero ripetitivo che focalizza l'attenzione sul proprio malessere e sulle sue cause, e che risulta controproducente alimentando il problema. Ci si chiede di continuo il perché delle vicissitudini negative della propria esistenza e la mente ritorna sempre sulle stesse cose: ciò che c'è di sbagliato nella propria vita, ciò che si è perso o non si è raggiunto, gli eventi che possono aver contribuito a provocare il proprio stato depressivo ("Perché sta succedendo a me?", "Cosa avrebbe potuto evitare tutto questo?", "Se le cose fossero andate diversamente adesso non starei cosi male"). I tipici pensieri della persona depressa hanno per contenuto una visione negativa di sé, del mondo e del futuro nota come "triade cognitiva". Innanzitutto, la persona si vede inadeguata e difettosa, tende a sentirsi inutile e indesiderabile, a sottovalutarsi e a criticarsi. Inoltre, interpreta negativamente le proprie interazioni con gli altri, con gli eventi di vita e con le circostanze: sperimenta un senso di fallimento o di grave ingiustizia e privazione, tende a sentirsi incompresa e a pensare che la vita le abbia posto prove troppo dure da superare che le impediscono di portare avanti il proprio progetto di vita. Infine, crede che gli attuali problemi non abbiano speranza di essere risolti e di avere davanti ostacoli insormontabili. Convinta che le difficoltà del momento si protrarranno all'infinito nel futuro, tende a pensare che qualsiasi iniziativa sia inutile perché si rivelerebbe una sconfitta. 

I principali disturbi depressivi sono il Disturbo depressivo maggiore e il Disturbo depressivo persistente. Ma vi sono anche stati depressivi che causano disagio significativo o compromissione della qualità della vita in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, pur non avendo tutti i sintomi o la durata propria di un disturbo specifico (in questi casi, si parla, ad esempio, di disturbo depressivo con sintomatologia insufficiente).

disturbo depressivo maggiore

E' caratterizzato da 5 o più dei seguenti sintomi presenti contemporaneamente per almeno 15 giorni (almeno uno di questi sintomi deve corrispondere ai primi due punti):

1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riportato dall’individuo (per es., si sente triste, vuoto, disperato) o come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso).

2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni 

3. Significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi tutti i giorni.

4. Insonnia o ipersonnia (aumento delle ore di sonno) quasi tutti i giorni

5. Agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni

6. Faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni

7. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati, quasi tutti i giorni

8. Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni

9. Pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria

Può manifestarsi in forma lieve o moderata fino a consistenti compromissioni nella vita di chi ne soffre che nei casi più gravi non riesce più a lavorare o a studiare, a provvedere a se stesso, a provare piacere e interesse per qualsiasi attività, a coltivare relazioni sociali e affettive. La depressione maggiore può manifestarsi come episodio singolo, in genere come conseguenza di un evento di vita, oppure ripresentarsi senza che gli episodi successivi siano associati a eventi scatenanti facilmente individuabili.

disturbo depressivo persistente (distimia)

A. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni per almeno 2 anni.

B. Presenza, quando depresso, di due (o più) dei seguenti sintomi:

1) scarso appetito o iperfagia

2) insonnia o ipersonnia

3) scarsa energia o astenia

4) bassa autostima

5) difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni

6) sentimenti di disperazione

C. Durante i 2 anni di malattia la persona non è mai stata priva dei sintomi dei punti A e B per più di 2 mesi alla volta.

D. I criteri per un disturbo depressivo maggiore possono essere continuamente presenti per 2 anni

  • American Psychiatric Association (2014). DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Edizione italiana: M. Biondi (a cura di), Raffaello Cortina Editore

  • A. Rainone, F. Mancini (a cura di) (2004). Gli approcci cognitivi alla depressione. Franco Angeli.

  • C. Pedrigre , F. Mancini (a cura di) (2010). Elementi di psicoterapia cognitiva. Giovanni Fioriti Editore.